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Scuola e religione

Il progetto

Homines legentes

Educare al piacere della cultura

[...] Quando la scuola non è democratica, cioè portatrice per tutti di capacità e di libertà sia di ricerca critica che di confronto, allora non si vuole favorire l’avvento dell’uomo nuovo, ma soltanto creare – vorrei dire allevare! – persone funzionali a un certo tipo di mondo, a un certo tipo di sistema. Ed esattamente penso le stesse cose per quanto riguarda i sistemi di informazione di massa, la radio i giornali la televisione, che potrebbero svolgere un ruolo essenziale, addirittura fondamentale per abituare la gente al buon gusto, al piacere delle cose intelligenti, (che certamente di per sé non è vero che siano pesanti e noiose, come recita un diffuso luogo comune!) o alla scoperta sempre stimolante e gratificante delle verità che, pur essendo sempre provvisorie, quando si rivelano ai nostri occhi in successione costante nel tempo sono capaci di arrecare piacere e conforto.
Quando questi mezzi di massa vengono invece usati con l’intendimento opposto, allora trasmettono all’infinito in forme diverse lo stesso messaggio di banalità e di volgarità.
Chi pensa a un uomo kantianamente maggiorenne trasmette a livello di intelligenza. Chi pensa a un cliente, a un uomo in ogni caso servitore, trasmette gli spot.
[...] Ritengo che la evidente invadenza e la plateale degenerazione della pubblicità nella vita quotidiana costituisca la causa e l’effetto della malattia, del cancro che ha colpito tanta parte della società contemporanea, così debole, così esposta e così vittima dei luoghi comuni e delle mode.

Religione 'democratica'

[…] Poi penso alle tremende responsabilità dei cosiddetti pastori di anime nei confronti dei loro popoli.
Quando viene nominato un pastore, deve esistere sicuramente un gregge!
Ma l’uomo al quale io penso non può essere che egregio! Probabilmente, e la cosa non mi turba affatto, non morirà mai una forma o un sentimento di religiosità capace di rendere la personalità umana sempre più complessa e, quindi, sempre più ricca (qualche giorno fa mi è sfuggita l’espressione ‘teologia della sublimazione’ a proposito della quale mi piacerà sentire il suo parere).A me sembra, comunque, di poter immaginare un futuro nel quale verranno man mano abbandonati i miti e i riti delle attuali religioni che, non dimentichiamolo mai, sono nate nel mondo delle campagne, tra i contadini e gli allevatori di bestiame di tanti secoli fa.
Ritengo che l’atteggiamento religioso dell’uomo nuovo sarà svincolato e liberato da qualsiasi forzatura esterna: sarà davvero espressione autentica della sua natura individuale e, allora, credo che si potrà parlare di religione accettata per libera scelta, cioè inun certo senso si potrà parlare di religione democratica”. (Tratto da AUT AUT, pag 70-74)

Le religioni nel mondo

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